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12 novembre 2010 5 12 /11 /novembre /2010 10:07

Si', proprio l'onere di fare coraggio ad una persona distrutta dal dolore per la perdita del padre e' una cosa che sto vivendo oggi e da qualche giorno.

E' difficile cercare di trovare le parole per fare coraggio e soprattutto non urtare una persona nella sua fragilita' del momento dosando bene le parole. Questo nell'aspetto "freddo" del termine.

Il problema e' quando mi coinvolgo al punto di soffrire assieme e di non riuscire a trattenere le lacrime, non riuscire ad essere io stesso lucido perche' e' come se fosse un parente stretto ad essere mancato....

La mia amica del cuore l'ho ritrovata dopo circa 30 anni solo telefonicamente, ed e' come se mai ci fossimo persi di vista (era la mia prima fiamma a quei tempi). Siamo stati lontano per tutti questi anni ma rimanendo ciascuno nel cuore dell'altro. I suoi genitori li ricordo vagamente, ma solo per averli salutati una volta o due. Eppure, sento come se avessi perso un pezzo della mia famiglia....

A te, amica mia carissima, ho suggerito di continuare il tuo coraggioso percorso che da circa due mesi  hai perseguito quando papa' soffriva nel letto di un ospedale, seguendolo fino al suo spegnimento ed alla fine delle sue sofferenze....

E trai coraggio dalle tue passate sventure di salute, (paralizzata per un anno dal collo in giu' per una seticemia) per dare coraggio a tua mamma che sta soffrendo quanto te, per infonderle la voglia di continuare a vivere. Ti voglio bene, amica mia.

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