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29 giugno 2021 2 29 /06 /giugno /2021 18:25

" Lei lo guardo' in segno di sfida, lui attese.

Aspettava il momento prepuzio..."

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1 marzo 2021 1 01 /03 /marzo /2021 23:42
Ricordi: nonna Modestina.
Per 4 o 5 estati, sin da quando avevo 3 anni, mia zia (sorella di mio padre), mi portava a casa sua in piemonte, nelle campagne astigiane. Dato che non poteva avere figli, chiese a mio padre di potermi avere per un mesetto d'estate, visto che asili e scuole in quel periodo sono chiusi. Essendo io sempre stato un bambino tranquillo, acconsenti'. La zia e lo zio lavoravano tantissimo, lei era parrucchiera, mentre lui agente SIAE, direttore di orchestra della banda comunale e musicista di un suo gruppo di liscio, che allora era a livello di Casadei. I genitori di zio erano separati, il padre viveva in un casolare sulla collina che si affacciava sul paese, e tutta la terra attorno fino a valle era piena di suoi noccioleti. Era un nostalgico del fascismo, fatto a modo suo e con fare brusco come ogni contadino di quegli anni, e ogni domemica, aperta la finestra che guardava il paese verso la chiesa, metteva il grammofono e suonava Faccetta nera e altri noti brani su 78 giri pesantissimi di bachelite. Sotto il letto aveva la cassa da morto, e sosteneva che non avrebbe chiesto ne' lasciato nulla a nessuno, essendo incazzato col mondo, ma soprattutto con i preti. Nonna modestina, la moglie, era una donna energica quanto minuta, lavoratrice e attiva malgrado l'eta'. Stufa di vessazioni del marito si rifugiò dal figlio anni prima. I miei ricordi sono la sua conserva di pomodoro spalmata sul pane che mi faceva sempre a merenda, meglio di qualunque marmellata, la turca (il "wc" esterno in mezzo al cortile chiuso tra assi di legno), e la premura che aveva per me. Un giorno giocavo nel selciato della cascina in cui vivevano, mi avvertì che c'erano delle bottiglie e di non toccarle. Mi attirò una bottiglia di coca cola piccola particolarmente decorata. Cadde e si ruppe, ed io allungando una mano per prenderla mi tagliai un pollice profondamente sul polpastrello. Nonna Modestina corse come sentì il vetro rompersi, e mi trovò sanguinante. Si fiondo’ a prendere una bacinella di acqua e mi spinse la mano strizzando il pollice che a questo punto mi faceva più male del taglio. Quel segno ce l'ho ancora, e ogni volta che lo vedo il ricordo affiora come fosse attuale, vivido nella mia mente. Nonna Modestina era molto attaccata alla vita, tanto che, a 104 anni, morì 3 volte e resuscitò 2. La prima volta, in una stanza di casa adibita a camera ardente, gli addetti avevano chiuso lo zinco e stavano per chiudere il coperchio quando sentirono bussare dall'interno. Trafelati aprirono subito la bara e lei si mise seduta dicendo che le mancava il fiato. Mesi dopo morì la seconda volta, e gli addetti della volta precedente rifiutarono il servizio. Anche questa volta si alzò seduta di improvviso, facendo svenire gli addetti che stavano prendendo il coperchio di zinco. Pochi giorni dopo, però, lei stessa disse "questa volta vi dico addio", e se ne andò addormentandosi. La dolcezza di quella donna, pur non essendo direttamente parente mi e’ rimasta dentro, il suo “da fare” che aveva sempre fino all’ultimo e il suo esprimersi a bassa voce e con reverenza sempre denotava una vita non facile con un marito autoritario e manesco. Ciao Nonna Modestina!
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23 gennaio 2021 6 23 /01 /gennaio /2021 23:30

Ed e' arrivata la fine del tuo ciclo vitale, sono triste ma non riesco a versare nemmeno una lacrima. Questo non perche' ce l'abbia con te, ma perche' la mia vita con te e' stata principalmente un inferno. Non ti ho mai odiato ne' mancato di rispetto anche se ne avrei di ragioni per averlo fatto. Una grande mancanza verso noi fratelli, non solo a me e' stato il non lasciare mai provare agli altri fare, costruire, dirigere le cose. La tua gelosia professionale, la tua dittatorialita' sulla famiglia, ma soprattutto la tua violenza non solo verbale verso tutti, principalmente mamma, hanno fatto di te un uomo qualunque nella mia mente, e ora un 90enne smarrito che si e' spento nel peggiore dei modi, lontano da tutto e tutti, consumato da un virus maledetto che non ti ha perdonato. Ho sempre voluto un gran bene alla famiglia, e anche quando ho preso la mia strada cercavo nei weekend di raggiungervi per qualche ora. Ma anche li, ho saputo di recente, il tuo zampino, e non mi spiego perche'. Mi hai lasciato , la vigilia di Natale, fuori paese ad aspettare che arrivassi per dirmi che i miei fratelli non mi volevano li. E invece tu non hai voluto ed hai reso complice mamma, che con le lacrime mi ha dato gli auguri. Un cane bastonato, ecco come mi sono sentito piu' volte, quella volta che mi hai chiesto in prestito i mei scarponi da clown che mi hai dato, costati due duri giorni di lavoro a saldare e dopo pochi mesi me li vedo indossati da un amico, regalo tuo... E ancora piu' indietro nel tempo, adolescente, pensavi che fossi finocchio (grazie alla mia immane timidezza), e mi hai spinto nel letto una tua donnina che poi mi ha fatto fuggire con lei... E quell'altra, dove in un impeto di rabbia mi hai sferrato un cazzotto sulla mandibola lasciandomi intontito e dolorante per giorni. Non era la prima volta, tuo fratello ti riferi' che non voleva mosconi vicina a sua figlia, e quando arrivasti a casa (ubriaco), mi sferrasti un calcio da dietro tanto forte che le palle mi arrivarono in gola... Ma la piu' grossa e' stata quella che, a causa del tuo bere, ti sfogo' in rabbia contro un dipendente del circo e urlavi in pista. Io per calmarti ti ho strattonato alle spalle ma sei caduto all'indietro. Al tuo rialzarti con rincorsa mi desti un calcio alla karateka in pieno viso. Era presente un vigile che prontamente mi isso' da terra e mi chiese se volessi denunciarlo. Risposi che sei mio padre, e lui ti ammanetto' portandoti in guardina una notte, in modo da smaltire la sbornia. Dalla vergogna io cercavo di evitarti, ma passati alcuni giorni mi prendesti davanti a mia madre e mi dicesti di andarmene, facendo in modo che anche mia madre, tra le lacrime, lo dicesse. E basta, il mio sfogo per una vita di soprusi, ostacoli, botte, insulti, offese e' finito. Non ti voglio ne' ti ho mai voluto male, e questo non l'hai mai capito. Ciao papa', ne parleremo di la'. E forse ci chiariremo meglio.

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13 dicembre 2020 7 13 /12 /dicembre /2020 15:12

Il figlio maggiore della mia compagna e' diventato papa' l'altro ieri. E' in Inghilterra, e dato il Covid la madre non e' potuta andare. Ho pensato di fargli due righe, da padre a neo-padre, righe che mi toccano nel profondo, rivivendo in lui cio' che ho vissuto io per mia figlia. 


"Adesso finalmente capirai, capirai la magia che c'e' nell'essere padre, quella scintilla che e' scattata al primo sguardo che ha suggellato un legame speciale, indissolubile e che porterai per tutta la vita. Un legame, quello tra padre e figlia, una complicita' unica. E un giorno, quando sara' grande, capirai ancora di piu' cio' che hanno significato questi primi giorni di approccio per questo mondo nuovo, fatto di un piccolo fagottino che guarda il padre per capire, per conoscere cio' che sa gia', cio' che e' il suo primo amore.
Ancora tanti auguri, da padre a padre, un abbraccio con sincero affetto. "

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31 ottobre 2020 6 31 /10 /ottobre /2020 00:27
Due meravigliose esperienze che mai dimentichero': i viaggi in nave da e per l'Australia.
Correva il 1969, e mio padre era gia' partito in aereo per preparare casa e lavoro a Sydney. Una novita' per tutti in famiglia, una terra lontana con diverso linguaggio, con diverse usanze... ed arrivo' il momento di partire e raggiungere papa' non in aereo, ma in nave. Eravamo 5, io, mamma e i miei tre fratelli piu' piccoli. A 9 anni tutto e' bellissimo, la voglia di nuovo stimolava i miei senso giorno per giorno. Imbarcati, mamma lasciava che girassi la nave in lungo e in largo dopo essersi accertata che non ci fossero pericolo in quanto il personale era sempre presente in ogni angolo. La Guglielmo Marconi era immensa, benche' potessi accedere solo ai limiti della classe turistica. Aveva un cinema, una sala delle feste, due sale da pranzo, due bar e tre piscine. Amavo appoggiarmi sul fianco della nave e respirare l'aria spruzzata di salsedine! Al contrario di tutti i miei non ho sofferto il mal di mare anche grazie ad uno stratagemma insegnatomi dai camerieri del bar che mi permettevano di raccogliere bicchieri e piattini dai tavoli. Io raccoglievo, e loro in cambio mi davano panini con prosciutto cotto. Mi dissero che per combattere il mal di mare bisognava mangiare asciutto e bere poco per i primi tempi, ed ha funzionato! A bordo c'era anche una mini scuola con una insegnante di lingua inglese che introduceva i ragazzi ai primi passi del nuovo idioma. Una bella avventura, tappe lunghe a causa della chiusura del canale di Suez (allora stava per essere bonificato dalle mine della guerra). Partiti da Genova siamo arrivati a Napoli, poi Messina e quindi il Pireo. Successivamente Malaga, Santa Cruz di Tenerife, Durban, e poi la traversata fino a Fremantle (scalo di Perth), Melbourne e quindi Sydney. E' stato un viaggio di 30 giorni che avrei voluto non finisse mai, una vera crociera, nonostante in classe turistica, ristorati, trattati come in prima classe da ogni singolo elemento del personale. Durante la traversata tra i due oceani ogni natante fa la festa di Nettuno, e chi traversa per la prima volta viene buttato in acqua (in piscina), come fosse vittima di pirati. Un festa di folklore nautico molto avvincente e divertente, ma che abbiamo visto solo da lontano, vuoi per la folla che c'era, vuoi perche' nessuno di noi nuota, e poi eravamo troppo piccoli. In questi 30 giorni ho recitato in una pantomima nel cinema teatro, ho imparato i rudimenti di inglese, e il mare mi ha rapito. Altra storia e' stato il ritorno. L'andata, assistiti dal governo e' stata dovuta dal fatto che cercavano personale italiano la', e qui, in piena crisi e con famiglia numerosa, mio padre faticava a trovare lavoro. Ad un certo punto e' arrivata la nostalgia, la nonna che diceva che nonno stava per morire e gli ha convinti a ritornare, ancora assistiti dal governo. Una vera avventura il ritorno, sempre con la stessa nave, 4 giorni in piu' di viaggio, molti imprevisti... Tappe: Sydney, Melbourne, Adelaide, Fremantle, Capetown (Citta' del Capo), Tenerife, Malaga, Pireo, Messina , Napoli, Genova. Finche' eravamo in acque Australiane tutto ok, poi, durante la traversata degli oceani, un ciclone di grandi dimensioni, tanto che abbiamo dovuto circumnavigarlo per 100 chilometri, affrontando marosi anche di 20 metri di altezza. Tutti in coperta, perfino il personale soffriva il mal di mare. Io ero uno dei pochi in grado di andare in cabina per prendere il cambio per le mie sorelle di soli 2 anni. Ricordo che nel mio tragitto per la cabina mi reggevo sui passamano e prendevo la rincorsa quando la prua scendeva, ma quando risaliva mi alzava i piedi da terra. Si temeva il peggio, i passeggeri erano in coperta anche per diminuire la sensazione di rollio, ma principalmente per motivi di sicurezza, la prontezza per una eventuale evacuazione era importante. Ogni settimana c'era una simulazione a proposito, ci facevano indossare il salvagente e ci allineavano davanti alla nostra scialuppa di salvataggio. Arrivati a Citta' del Capo, dopo lo scalo di mezza giornata, stavamo uscendo dalle sue acque quando e' suonata la sirena di bordo. Ci affacciamo e nel buio assoluto e nella nebbia si sente un forte rumore di travi metalliche che stridevano. Con i fari di bordo puntati verso i rumori ci accorgiamo che c'e' gente in acqua. Siamo venuti a sapere che una petroliera africana e' stata speronata da una nave passeggeri italiana a causa dell'errore della petroliera, la quale non aveva ne' radio ne segnali luminosi accesi. Abbiamo soccorso l'equipaggio di questa petroliera, e nel frattempo la nave passeggeri e' tornata in porto. Morirono il cuoco e due mozzi. Abbiamo atteso la lancia dal porto per prelevare i superstiti e fare i verbali del caso. Ripartiti, eravamo quasi arrivati a Tenerife che la nave si e' dovuta fermare. Non e' raro vedere delfini, orche, balene nuotare a fianco delle navi, anche perche' trovano spesso viveri di scarto che vengono buttati dalle cucine e se ne cibano. Ebbene, una balena si e' immersa sotto la chiglia ed e' stata dilaniata dalle eliche. I tecnici di bordo si sono immersi per verificare che non avesse fatto danni, quindi proseguimmo. Una vera avventura. Una cosa che mai ripetero', ma mai scordero'.
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7 agosto 2020 5 07 /08 /agosto /2020 15:33

Il tema e' scottante, che davvero rasenta l'incredibile. Le cose che succedono nel mondo dei bambini ha del surreale, se poi pensiamo che proprio chi li dovrebbe proteggere, e' in prima persona coinvolto in pedofilia. Ma non basta, oltre agli abusi c'e' chi ne mangia le carni, li ammazza spietatamente facendoli soffrire... Fanno quelli che nella Bibbia e' documentato, ma non solo li', nel Corano, nella Torah e nei vangeli, apocrifi e non. Come allora, i capi (gli dei), amavano cibarsi delle interiora dei bambini, dopo essersi inebriati dei fumi da essi prodotti bruciando sul fuoco. Come allora si accoppiano con essi (allora esisteva una legge che permetteva sesso con bimbi di 3 anni e un giorno). La domanda mi sorge spontanea, a seguito delle teorie che dicono che gli dei della Bibbia fossero rettiliani e alieni che non disdegnavano la carne umana giovane, se fossero proseguite le generazioni di questi ultimi (magari ibridandoli con umani), per cui sono ai vertici e comandano il mondo? Mi prenderete per pazzo, ma i tasselli combaciano tutti, dal primo all'ultimo. E i lavaggi del cervello che i piu' attenti fanno emergere dai media sono una conferma di una societa' plasmata ai loro voleri.

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14 novembre 2019 4 14 /11 /novembre /2019 21:15

TEO

Ciao Teo! Chissa' quanto hai vissuto, dopo la chiusura del circo e l'affido allo zoo parco di Don Ciotti, ad Amelia... Sei stato il primo ligre di famiglia, assieme a tua sorella Mara. Mara e Teo, visto che siete nati a Maratea. Lei purtroppo non sopravvisse che qualche giorno a causa della mancanza di colostro materno. Tu, circa un mese dopo, avesti una infiammazione a un orecchio a causa di un filo d'erba gatta che si e' insinuata, causandoti lo strabismo che ti contraddistingueva. Dopo di voi di sono state altre cucciolate, 9 per la precisione, tutte gemellari. ma tu sei rimesto nei nostri ricordi piu' a lungo, per la tua giocosita' e il tuo modo di piegare la testa per metterci a fuoco. Quando ti lasciammo piangemmo tutti, in famiglia. Eri maestoso, un garrese che arrivava a oltre un metro e venti. La zampe di Caesar, tuo padre, immense e gentili, le strisce inconfondibili tra mille, esattamente come tua madre, Soraya. Chissa' se sei stato trattato come noi ti trattavamo, se hanno avuto il nostro affetto nei tuoi riguardi.
Chissa'.
Ciao TEO!

 

 

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9 novembre 2019 6 09 /11 /novembre /2019 00:16

 

Non importa che il tempo passi,
non importa che il nostro aspetto cambi,
guarda dentro di te,
guarda intorno a te.
Il mondo cambia con me e te
e l'amore che senti e' piu' maturo e sensuale,
un amore che l'esperienza ha plasmato su di te,
una consapevolezza come mai l'hai avuta,
una voglia di viverlo,
questo amore,
come e piu' di un adolescente.
E alla fine amerai con tutto te stesso,
come se fosse l'ultima volta.

❤️

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7 novembre 2019 4 07 /11 /novembre /2019 23:30

Gli scarponi sono il simbolo del clown, assieme al naso rosso. Li ho sempre desiderati, sin dalla prima volta che in pista mi sono esibito. Non ho potuto mai permettermeli, in quanto troppo dispendiosi per le mie possibilita'. Poi, anni dopo che ero rientrato in casa, mi e' stata fatta una proposta, saldare una gradinata su rimorchio in cambio di un paio di scarponi seminuovi che mio padre mesi prima aveva comprato da un artista portoghese per duecento mila lire. Mi misi d'impegno, e in una settimana ho fatto il lavoro per quattro pur di averli. Contento per i miei scarponi un poco stretti (una mezza misura in meno internamente), ma rimediabile scalpellando un po' il legno di balsa che picchiava sull'alluce. Poi decido di cambiare mestiere, fare l'informatico e dire basta con l'amato-odiato lavoro itinerante. Mio padre mi chiese in prestito gli scarponi, e li cedetti a malincuore. Tempo dopo, andando a trovare la famiglia, mi accorsi che gli scarponi non li portava piu'. Al che glieli chiesi, e mi rispose che ne fece un regalo ad un amico comune. Piansi, a 36 anni piansi come se mi avesse dato una coltellata e mi bruciasse come il fuoco. Mio padre non era nuovo a queste uscite, era capace a regalare cose non sue, come quella volta che mi prese una roulotte nuovissima, e dopo un mese me la tolse da sotto il sedere perche venduta. Ancora adesso, 89enne, e' cosi'. Ma e' mio padre.

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12 luglio 2019 5 12 /07 /luglio /2019 13:22

Piu' avanza l'eta', piu' ti convinci che va bene tutto.

Metti da parte scelte e gusti e prendi tutto cio' che la vita ti da,

perche' ti accorgi che il tempo non e' piu' dalla tua,

che vale gioire di tutto,

anche di cio' che una volta non ti andava.

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